Federico Sardella, “Vado fuori all’aperto”
Testo nel catalogo della mostra Vado fuori all’aperto, Hortus Unicorni, Vetriolo, Maggio 2007
“Vado fuori all’aperto” ha luogo nell’eccezionale contesto dell’Hortus Unicorni, un giardino botanico a pochi chilometri da Viterbo che si affaccia su una suggestiva valle di Calanchi, popolato da Magnolie, Lilium, Paeonie, Iris, siepi di Bosso e cespugli di Ceanothus, piante locali ed essenze provenienti da differenti paesi. La rassegna presenta opere di arte ambientale realizzate per questo parco da quattordici artisti invitati da Carmengloria Morales ed in qualche modo a lei legati da sincero affetto e amicizia: c’è chi è stato suo studente, chi compagno di avventure a New York, chi vicino di studio a Milano, chi complice di viaggi nella pittura e verso la pittura…
Il giardino, per eccellenza luogo in cui l’azione ordinatrice dell’uomo prevale sulla natura, alla fine di maggio nel momento della sua migliore fioritura, non è inteso come un semplice contenitore ma come parte integrante delle opere stesse e luogo di relazioni tra arte e paesaggio e tra uomo e natura. Le opere, pensate e realizzate per l’occasione, dialogano tra loro, con il giardino e con i suoi abitanti, con il laghetto e con la piscina, con la formazione geologica del sito, con la vegetazione che lo ricopre…
”Vado fuori all’aperto” urla compare Turiddo, sul finire dell’atto unico della “Cavalleria rusticana”, andando incontro alla morte. E con la stessa forza, accompagnando la voce con il gesto delle mani, Carmengloria Morales invita questo gruppo di artisti, certo, alcuni lo fanno già da tempo, ad “uscire dal chiuso” dello studio, ma anche di gallerie, musei e spazi espositivi, per misurarsi, oltre che con tecniche e materiali diversi da quelli che sono soliti frequentare, con altri spazi e con altri luoghi…