Maria Morganti, Roberto Rizzo e Aurelio Sartorio, “Milano, 8 Ottobre 1989”
Testo nel catalogo della mostra De Pictura Picta, Care Of, Cusano Milanino, Gennaio 1990
L’attuale situazione artistica è dominata dal pensiero postmodern che mette sullo stesso piano idee e sistemi filosofici contraddittori, riduce l’arte a piatta replica e miscuglio di stili.
Noi, tre giovani artisti di Milano, abbiamo scelto di non adeguarci passivamente a tutto ciò, che ormai è diventato conformismo culturale.
Riconosciamo all’arte valori positivi.
Crediamo che il rapporto continuativo e approfondito con il proprio lavoro sia il mezzo per relazionarsi in modo interattivo con la realtà.
Il nostro lavoro è la pittura.
La pittura è confronto e relazione con le problematiche contemporanee dell’arte e del mondo, e con la storia della pittura. In quest’ottica è primaria la scelta del quadro come luogo del fare artistico. Lo spazio convenzionale del quadro lo rende immediatamente riconoscibile come luogo dell’arte.
Esistono delle condizioni ottimali per la fruizione di un quadro, anche se non ne determinano il senso, essendo esso “un’entità” assoluta e definita, che vive per se stessa e che continua a mantenere i suoi valori sia nella galleria che nel museo o nel salotto di casa.
La continua riflessione sulla nostra pittura ci porta comunque a fare altre considerazioni.
Siamo contro la serialità: ogni opera è una nuova sfida, ha una vita autonoma e non è replicabile. In ogni pittura vive l’esperienza dei quadri precedenti senza per questo esserne una ripetizione o una copia.
Nel nostro lavoro non c’e progetto a priori. È nel rapporto dialettico con lo spazio pittorico che l’opera si realizza.
Un’altra tendenza che ci accomuna è l’interesse per la semplificazione del linguaggio: sintesi, ma allo stesso tempo approfondimento di pochi elementi indagati in profondità.
Una tale pittura non può essere una pittura “realistica” nel senso comune del termine. Non è la rappresentazione della realtà ma è la realtà stessa; per questo non può essere definita astratta.
È una pittura antinaturalistica poiché non ha come referente l’immagine ed è una pittura anticoncettuale poiché non ha come referente un’idea preconcetta.
In altre parole, per usare una definizione di Malevič, è pittura “concreta”.